Inutile negarlo, da quando ho smesso di lavorare nei locali notturni ricoprendo quasi tutti i ruoli esistenti in quell’ambito durante la mia ventennale carriera, i miei fine settimana sono diventati abbastanza noiosi e alquanto istituzionali. Non vado certo a letto presto come David "Noodles" Aaronson (De Niro in Once Upon a Time in America), ma le mie occasioni di incontrare delle persone "fuori dagli schemi" si sono mano a mano diradate.
Sono passati ormai 110 anni dalla clamorosa pubblicazione del Manifesto Futurista stilato da F.T.Marinetti, poeta, letterato e geniale comunicatore. Un documento letteralmente antesignano che inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura di quel periodo. Per lungo tempo a torto considerata frutto e soggetto di mera propaganda politica o ingannevole scoria letteraria assimilabile alla nascente forma di pubblicità odierna, rappresenta tutt'ora una novità rispetto alle altre forme di avanguardia Europee. Proprio in virtù della stessa essenza che ne ha determinato la nascita: uno sguardo oltre il tempo per una visione d'insieme perennemente avveniristica a totale sfida dell'eternità.