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10
Ago

Croazia, un mese in Viaggio per Geo

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Non spesso penso all'Europa dell'Est come una fonte di ispirazione, qualcosa che mi comunichi un senso di libertà. Di fatto quasi il contrario...
Marco Preti (Coral Climb Productions) mi ha chiesto, tempo fa, se fossi interessato alla partecipazione in un suo nuovo progetto per RAI 3 (Geo). Non credo si possa dire facilmente di no … a questo? Era il momento della Croazia ... in un mese, tutta!

4 Episodi, 4 crew, e una 4x4 piena di equipaggiamento. Il primo stop, SLAVONIA.

Mi rendo conto che, in ogni caso, raramente dimetto le opportunità. Qui era la chance di vedere veramente un luogo che stà a poche centinaia di chilometri da casa, e che oltrettutto, a parte esserci passato un paio di volte sulla rotta di spiaggie apparentemente più "blasonate", era un posto di cui sapevo poco se non quasi nulla. Abbiamo cominciato, dopo aver speso un paio di giorni nella compagnia dei famosi Cavalli Lipizzaner, arrivando ad Osijek situato a Nord-Est vicino al confine con la Serbia, e proprio qui visitando un posto nel quale, senza essere almeno un biologo o naturalista di "qualche genere", difficilmente ci si andrebbe a trovare. La riserva Naturale di Kopački rit.

La riserva naturale di Kopački rit, situata attorno alla confluenza del fiume “Drava” con il grande “Danubio”, è ricca di Acqua e Foreste Verdi, senza dubbio il gioiello Sulla Corona della Natura In Slavonia. Essendo una delle più grandi paludi d'Europa è anche inclusa nella Ramsar List (Wetlands of International Importance) ed è stata proposta come zona d'interesse per l' UNESCO.  Ad Osijek abbiamo così incontrato la nostra prima guida che la "Tourist Board Croata" ci aveva assegnato: "Markus". Con la sorpresa di tutti noi, Marco, Lucas, Dede ed Io, si è rivelato molto più di una "guida turistica". Markus si è rivelato quello che ai "nostri tempi" non è più così facile trovare, un buon amico. Nel giro di qualche giornata esplorando il parco abbiamo così avuto l'opportunità di scorgere delle Aquile "coda bianca"  o Pescatrici, un miliardo di Cormorani, Aironi, Martin Pescatore e nientemeno che altre 260 specie che vivono li, mentre ci spostavamo su delle piccole imbarcazioni verso il centro di quello che è il secondo Fiume più grande d'Europa il Danubio.

Markus, che è anche il proprietario di un piccolo negozio di "souverirs" fatti in parte dalla sua gentilissima consorte, ci ha così fatto anche da "cicerone" tra le strade di  Osijek. La 4ta città più grande della Croazia, era stata originalmente costruita vicino alle rovine di un vecchio insediamento Romano (ora al centro della zona urbana) Colonia Aelia Mursa, anche chiamata Mursa Maior. Fu l'Imperatore Adriano a volerla. Ad Osijek non potevamo fare a meno di notare la Chiesa di St Pietro e St Paolo, una fantastica “co-cattedrale” costruita nel 1898 su iniziativa del Vescovo di Đakovo, Josip Juraj Strossmayer. Tutto ciò, ovviamente... mentre facevamo da testimoni ad un incredibile (per mancanza di altre parole) tentativo al Guinness World Record per il maggior numero di persone che ballano la ”quadriglia" proprio sulle strade della "città vecchia".  Markus si è preso grande cura delle nostre esigenze di "cineasti". Quando è stato il momento di muoverci per continuare la nostra avventura non dimenticherò mai il messaggio che mi arrivò sul telefonino mentre ci dirigevamo al Parco di Velebit... "se mai sarete nei guai, o per qualsiasi emergenza, ho un amico con un "Black Hawk" che vi potrà recuperare dovunque (o quasi)… Spero proprio di non dover mai averne un bisogno reale anche se l'idea di farci un volo non mi dispiacerebbe. Non ho mai avuto il coraggio di chiedergli se stesse solo scherzando.

Il “senso” di una Croazia "diversa" stava già cominciando a formarsi nella mia mente. Una Croazia della quale non parlano molto nei brochure pubblicitari, fatta più volte di meravigliose spiaggie e ragazze stupende in "desabillè" stese su costiere bianche da sogno o, dall'altra parte, una Croazia dipinta in molti articoli e documenatri attraverso gli orrori e le cicatrici, dell'ultima Guerra civile per l'indipendenza. Non fraintendetemi, la Croazia è piena di spiagge meravigliose, barche etc. ed è anche la terra che è stata devastata (ora ricostruita meravigliosamente) dalla guerra e dalla violenza e follia passate, e la terra dove ancora puoi trovarti molto vicino a dei campi minati lasciati come una sorta di "monito" alla brutalità che solo le differenze culturali ed economiche riescono a scaturire. Stava in ogni caso cominciando a trasformarsi sotto i miei occhi in quello che realmente è al giorno d'oggi, “L'utlimo vero angolo selvaggio d'Europa". Fatto di gente, gente vera, con sogni e riccha di cultura e storia. Un popolo più che degno di qualsiasi civiltà del "vecchio mondo".  Un Paese con delle similitudini incredibili con la mia madre Terra (l'Italia), di grandi cattedrali e Anfiteatri ancor più grandi, artisti, filosofi e scenziati come il grande Nikola Tesla nato nel 1856 a Smiljan, che in un modo o nell'altro hanno influenzato il Mondo che tutti viviamo, radicalmente, profondamente e per sempre.

Dopo la prima settimana passata tra villaggi pieni di Cicogne che nidificano sui pali della luce, e coraggiosi ed intraprendenti personaggi proprietari di ogni sorta di imprese "eco-compatibili" (quasi un eufemismo...), nel mezzo di enormi foreste incredibilmente ricche di fauna, sopra sotto e tutto intorno, abbiamo cominciato a spostarci un pò a malincuore verso la nostra prossima destinazione, Karlovac. La città era stata costruita dall'Impero Asburgico, che precedette l'unificato Impero Austriaco (1804-1867). Questo diventò quello che conosciamo come l'Impero Austro-Ungarico (1867-1918) nella seconda metà del sedicesimo secolo. Girovagando tra le strade della città, che serviva un tempo predominantemente come ultima linea di difesa contro gli Ottomani, decisamente porta un sentore della Gloria passata di questa "fortezza rinascimentale" a forma di Stella come molte delle sue cugine Italiane. Palmanova ne è un esempio.  Karlovac purtroppo ha subito gravi danni durante l'utlima guerra d'indipendenza (1991-´95) ma anche se si possono ancora notare alcuni fori di armi da fuoco in diversi palazzi pubblici, lo spirito umano e la perseveranza deigli abitanti ne ha fatto un luogo molto interessante da visitare e vivere. Dopo tutto Karlovac è anche conosciuta come “grad parkova”, la città dei parchi e degli alberi e delle piante come il "Ginko Biloba", e anche come "grad na četiri rijeke", la città dei quattro fiumi dei quali Mrežnica, Korana, e Kupa attraversano il centro urbano, e Dobra solo un pò di chilometri al di fuori. Dopo aver spedioto il nostro fidato "drone" qualche centinaia di metri verso il cielo, per dare un occhio a questa meraviglia della difesa militare di un tempo, ci siamo concessi una notte (su consiglio della nostra guida locale Anita) in uno dei tanti "bed and Breakfast” nell area intorno alla città. Gestito da "Stiephan" e contornato da vigne che hanno poco da invidiare alla nostra Toscana.

E' stata la prima notte senza pioggia... in quasi una settimana.
Tutti e quattro, abbiamo passato almeno un ora a contemplare, ognuno con una macchina da ripresa di un tipo o dell'altro, il sole che scompariva dietro le colline che avremmo dovuto attraversare il giorno seguente per cominciare la seconda parte del nostro viaggio tra la gente, la storia e la cultura di questo pase di incredibile Ricchezza.

La prossima volta vi racconterò tutto su questa seconda parte del viaggio "nell'entroterra Croato", il Velebit Park, Plitvize ed altro. Per ora godetevi (spero) questo piccolo promo come assaggio e ricordatevi di visitare e seguire la nostra pagina facebook: facebook.com/2picture 

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